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Viaggio al LAGO DI LEDRO CON MUSEO E VILLAGGIO PALAFITTICOLO, LAGO DI TENNO CON IL BORGO DI CANALE E MUSEO DELLE PALAFITTE A FIAVE’


19 maggio Viaggio al LAGO DI LEDRO CON MUSEO E VILLAGGIO PALAFITTICOLO, LAGO DI TENNO CON IL BORGO DI CANALE E MUSEO DELLE PALAFITTE A FIAVE’

partenza in pulman domenica 19 maggio alle ore 7.30

ritorno a Padova in serata

 

Si raggiunge vicino a Molina di Ledro nell’omonimo lago il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro è il cuore pulsante della ReLED, la rete museale della Valle di Ledro. Fa inoltre parte della rete territoriale cui fa capo il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento.La struttura del museo risale agli Settanta. Da semplice contenitore di reperti, il museo ha saputo trasformarsi in un vero e proprio polo museale. Il museo si presenta ora come una vetrina di vetrine, uno spazio in dialogo costante con l’esterno.

Saba, la saggia sciamana, Bacmor, il valoroso guerriero, Massangla, la dolce fanciulla, e Otzi, lo sconosciuto viaggiatore, sono gli abitanti del villaggio palafitticolo sulle sponde del Lago di Ledro. Alla capanna della sciamana, vero e proprio simbolo del Lago di Ledro, si sono aggiunte a partire dal 2006 altre tre capanne, quella del capo villaggio, quella degli artigiani e quella di agricoltori, pescatori e cacciatori. Dopo 4.000 anni le palafitte del Lago di Ledro sono tornate alla vita.

La funzione principale del villaggio è la ricontestualizzazione dei reperti contenuti nel museo per aiutare il visitatore a farsi un’idea concreta della vita nella preistoria. Il villaggio fa anche da sfondo alle attività estive e al lavoro didattico che si svolge durante tutto l’anno.

Si raggiunge poi  Canale di Tenno. Sosta pranzo libero. 

Si hanno notizie di Canale di Tenno già dal 1211, un borgo antico che è arrivato quasi intatto ai giorni nostri. Canale di Tenno è un intrico di strade strette, case grigie con ballatoi, sottopassi, volte basse e larghe, scorci sulle montagne circostanti e sul lago di Garda sempre diversi. A dominare è il grigio delle pietre, ovunque, tranne che in alto dove domina il verde delle montagne con il monte Callino davanti a tutti. Nel borgo si trova la casa degli artisti, nata negli anni Sessanta come luogo di dimora e ritrovo per gli artisti, sostenuta da tre comuni del Garda Trentino: Tenno, Riva del Garda, Arco, valorizzando in questo modo l'antico borgo.

A Fiave’ il Museo delle Palafitte di Fiavé dista circa 1 km dal sito palafitticolo che si trova all’interno di un’area di grande prestigio naturalistico, protetta dall’Unione Europea come Zona Speciale di Conservazione e dalla Provincia Autonoma di Trento come Riserva naturale provinciale. Nel sito archeologico di Fiavé si sono conservati i resti dei villaggi preistorici palafitticoli sorti presso le sponde di un grande lago di origine glaciale, chiamato Carera, il quale ha mutato il suo aspetto raggiungendo lo stadio di torbiera. L’allestimento del Museo delle Palafitte di Fiavè è stato progetto per far comprendere nel miglior modo possibile  com’era la vita che hanno vissuto i nostri antenati al tempo delle palafitte.  Il Museo delle Palafitte di Fiavé risulta un museo “moderno”, infatti, dispone di video multimediali, plastici, modellini e pannelli scorrevoli, in cui la comunicazione delle informazioni passa attraverso l’utilizzo del tatto. In molte sala è presente un palo in legno in cui sono indicate le cronologie dei sette insediamenti con colori diversi (più un ipotetico insediamento Mesolitico) e anche i supporti colorati dei reperti nelle vetrine ne fanno riferimento.

Le sale del primo piano sono dedicata alla ricerca, alla storia degli studi. Mentre il secondo piano è dedicato alla ricostruzione della vita quotidiana al tempo delle palafitte, in cui ci si immerge nel villaggio palafitticolo di Fiavè, ed in ogni saletta sembra di entrare in diverse palafitte dedicate a diverse attività.

 Fortunatamente gli scavi di Fiavé hanno riportato alla luce una ricchissima collezione, unica in Europa, per il suo stato di conservazione e di semplicità, di circa 310 reperti in legno. Di notevole importanza è il fatto che molti reperti lignei sono stati rinvenuti ancora in fase di lavorazione (detta “catena operativa”), per cui è stato possibile capire come gli antichi producessero questi manufatti. La ricca gamma di reperti lignei scoperti, attesta le diverse funzioni che avevano, molti oggetti venivano utilizzati per la preparazione e conservazione del cibo (boccaletti, ciotole ansati, mestoli,  recipienti composti, contenitori adibiti per il trasporto,  frullini), strumenti per la tessitura, strumenti da lavoro sia ad uso edilizio che per l’agricoltura (aratro, giogo, falcetti) e armi per la caccia (un arco, coltellino).